Progetto Numerus Italorum

"Numerus Italorum" è un progetto dedicato alla ricostruzione dell'esercito romano-bizantino di VI - VII secolo, in particolare il periodo di regno dell'imperatore Maurizio Tiberio (582-602).
Nato nel 2014 in seno alla Compagnia col nome "Numerus Felicium Laetorum", in riferimento a un'unità storicamente stanziata a Genova nel 591, il progetto è rimasto pressoché inattivo per mancanza di organico fino agli inizi del 2016, quando ha acquisito il suo nome attuale e trovando la sua collocazione ideale come associazione a sé stante, patrocinata dalla Compagnia che se ne fa anche membro fondatore, capace di riunire rievocatori di diverse parti d'Italia: di qui il nome fittizio ma programmatico di "Numerus Italorum". Il progetto ha iniziato le sue attività ad aprile 2016 e ha già avuto modo di partecipare ad eventi di risonanza internazionale.
Oltre allo studio delle tattiche militari romane, il progetto si dedica allo studio sperimentale della scherma con le armi del periodo ricostruito (scudo tondo, spatha, lancia), periodo che non viene coperto da nessun manuale schermistico esistente.


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Il periodo di regno dell'imperatore Maurizio Tiberio (582-602) fu caratterizzato da vent'anni di guerra incessante su ogni fronte: contro i Sasanidi in Persia, gli Avari e gli Slavi nei Balcani, i Longobardi in Italia. Avendo la necessità pressante di riformare gli ufficiali e di consolidare la macchina da guerra imperiale, Maurizio, già soldato esperto Magister Militum per l'Oriente, scrisse lo "Strategikon", un manuale militare estremamente realistico e pragmatico, che si rivela per gli studiosi moderni una fonte di indiscutibile valore per lo studio degli eserciti romani del periodo. Il nerbo di tali eserciti erano i "numeri" (altrimenti chiamati "tagmata" o "banda"), reparti composti da un organico variabile tra i due e i cinquecento uomini, comandati da un "komes" o "tribuno". Oltre che di riforme dell'esercito, Maurizio si occupò inoltre della creazione degli Esarcati di Ravenna e Cartagine, entità nelle quali per la prima volta nella storia romana l'autorità civile e militare veniva riunita in una sola figura, l'Esarca. Le riforme militari e statali costrinsero però l'imperatore Maurizio ad alzare notevolmente le tasse e a cercare modi, spesso purtroppo impopolari, per non rischiare di svuotare le casse dello Stato. In particolare, lo porteranno alla rovina proprio gli atteggiamenti riservati all'esercito: nell'anno 600 si rifiutò di pagare un consistente riscatto per numerosi soldati romani prigionieri degli Avari, condannandoli a morte, mentre due anni dopo costringerà parte del suo esercito a svernare oltre il Danubio per non doverlo pagare. Quest'ultimo atto porterà all'ammutinamento di quelle truppe, che acclamarono un centurione, Foca, quale imperatore. Foca nel 602 marciò sulla capitale Costantinopoli, giustiziando Maurizio e tutta la sua famiglia, dando inizio a un impopolare regno cui verrà posta fine solo nel 610 dal futuro imperatore Eraclio, figlio dell'Esarca di Cartagine.

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